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Isole Faroe: miti e leggende – parte 2 – la statua della donna foca

Isole Faroe - La donna foca

Se stai pianificando un viaggio alle Isole Faroe, non puoi perdere la storia della leggenda delle foche di Mikladalur, un’isola dell’arcipelago. Secondo la tradizione locale, le foche che si avvicinano alle isole erano in realtà anime tristi che si erano suicidate in mare. Ogni anno, durante la dodicesima notte dopo Natale, queste creature ritornano sulla terraferma per ballare e cantare.

La leggenda narra di un contadino che, incuriosito, decise di aspettare sulla spiaggia per vedere che cosa succedeva. Tante foche raggiunsero la riva, si tolsero la pelle, e riassunsero le sembianze umane. Secondo la leggenda, se le donne-foca perdevano la loro pelle, non potevano più fare ritorno nel mare. Il contadino, che aveva adocchiato una splendida fanciulla, le rubò la pelle, la portò a casa sua e la rinchiuse in una cassapanca, costringendola a sposarlo.

La leggenda e la statua della donna foca

Secondo la leggenda, la donna-foca maledisse tutti gli abitanti del villaggio e i loro discendenti. Questa maledizione sembra aver avuto un impatto sulla vita degli abitanti di Mikladalur, dove molte barche sono naufragate nei secoli e molti abitanti sono morti in mare. Inoltre, molte persone nascono con le dita palmate, e questo, secondo gli abitanti, è la prova che le persone dell’isola hanno nelle loro vene il sangue delle foche.

Nonostante la tragica fine della leggenda, oggi possiamo ammirare una statua della donna foca alta 3 metri costruita come omaggio per placare la sete di vendetta. La statua è in grado di resistere alle potenti onde dell’oceano che bagna queste terre e rappresenta una meta imperdibile per i viaggiatori che vogliono conoscere la cultura e le leggende di queste affascinanti isole.

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